79. La diagnostica strumentale e di laboratorio in oncologia ginecologica
Terapia Oggi. Anno X. N° 7. pag. 4-12. Ottobre 1991
( in coll. M. Origoni, M. Dindelli, D. Di Nunno )
Summary: Il cancro rappresenta la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Le neoplasie maligne dell’apparato genitale costituscono il 20% circa di tutti i tumori femminili e fra esse le più frequenti sono il carcinoma dell’endometrio (50.2%), quello ovarico (26%) e quello cervicale (18.4%), decisamente più rare sono le neoplasie della vulva, della vagina e della tuba (rispettivamente 4%, 1.4% e 0.1% delle forme genitali). L’aumento dell’incidenza può essere in parte spiegato con l’innalzamento della vita, media. La possibilità di porre una diagnosi precoce consente interventi meno mutilanti e aumenta le probabilità di sopravvivenza. La diagnosi preclinica nacessita di esami in grado di rilevare la malattia in pazienti asintomatici, realizzando un programma di screening. La riduzione della mortalità per un tumore nella popolazione rappresenta a posteriori il criterio per la valutazione dell’efficacia di uno screening. Quest’ultimo deve avvalersi di un’esame diagnostico semplice, non costoso, facilmente attuabile e caratterizzato da una bassa quota di falsi negativi (alta sensibilità). Oltre il 90% dei tumori della cervice uterina è costituito da carcinomi epidermoidi più o meno differenziati. L’età di massima incidenza per le forme invasive è intorno ai 50 anni, mentre per le forme in situ è inferiore di circa 10 -15 anni. La sopravvivenza a 5 anni del CA in situ è del 100%, quella degli stadi precoci è dell80 -90%, mentre valutando complessivamente tutti gli stadi essa scende al 65%. Una diagnosi precoce si può porre sulla base di 3 esami fondamentali e complementari: il PAP test, la colposcopia e l’esame istologico (biopsia). I programmi di screening hanno ridotto la patologia maligna, ma non hanno fornito i risultati teoricamente attesi. Questo poichè non tutta la popolazione famminile e in particolare quella a maggior rischio si sottopone regolarmente a PAP test; inoltre questo esame presenta una quota di falsi negativi spesso superiori al 20%. Le possibili cause di falsi negativi consistono in: a) errata trascrizione dei dati clinici; b) prelievo inadeguato (materiale insufficente, mal strisciato, assenza di cellule della Gsc o lesione non prelevabile); c) presenza di sostanze interferenti (sangue, lubrificanti, essudato eccessivo); d) problemi di fissazione; e) errori nella lettura. Le indicazioni all’esame colposcopico sono: a) valutazione di pazienti con PAP anormale; b) accertamento diagnostico su pazienti asintomatiche; c) diagnosi di lesioni benigne e bonifica delle lesioni cervicali; d) controllo del CIN in gravidanza; d) selezioni di pazienti con CIN da trattare con DTC, criochirurgia, laser-terapia o conizzazione. L’esame istologico è l’unico che permette di diagnosticare la malignità di una lesione, determinandone l’istotipo e l’eventuale invasività. Il carcinoma endometriale viene diagnosticato in menopausa nell’85% dei casi e si manifesta con un sanguinamento anomalo postmenopausale nel 90% . La biopsia endometriale insieme al VABRA curettage costituiscono il gold standard diagnostico di queste patologia. L’isteroscopia e l’ecotomografia svolgono un ruolo importante ma complementare nell’affronto di questa patologia. Le neoplasie ovariche maligne sono costitutite per il 90% circa da tumori epiteliali. Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito nei paesi occidentali ad un costante aumento della sua incidenza valutabile intorno all’1-2% ogni anno, senza sensibili modificazioni della sopravvivenza. L’ecografia non sembra tuttoggi rappresentare una metodica di screening del tumore ovarico in fase preclinica anche se fornisce dati certamente preziosi per la valutazione in sede preoperatoria delle masse pelviche con aspetti di malignità. L’impiego della laparoscopia,della TAC, e della risonanza magnetica nei tumori ovarici deve essere ancora esattamente definito. I marker biologici proposti per la patologia ovarica non sembrano utili per lo screening di questi tumori, ma possono essere impiegati nel corso del monitoraggio clinico laddove risultino inizialmente espressi in caso di neoplasia.